25 Oct
Abusi edilizi, per provarne l’esistenza si può utilizzare Google Earth

Una nuova pronuncia della Cassazione spiega che i fotogrammi scaricati sono prove documentali pienamente utilizzabili

Per individuare un abuso edilizio possono essere utilizzate le foto scaricate da Google Earth. Lo ha affermato la Cassazione con la sentenza 39087/2022.

Quella fornita dalla Cassazione non è la prima pronuncia in tal senso. I giudici considerano infatti le foto scaricate da Google Earth come prove documentali pienamente utilizzabili.

Abusi edilizi, il caso

I giudici si sono pronunciati sul ricorso contro l’ordine di sequestro del secondo piano di un edificio. Tale piano era stato realizzato senza i dovuti permessi.

Secondo i responsabili dell’abuso, l’opera non aveva aumentato il carico urbanistico dal momento che non erano state modificate né la struttura né la fruibilità urbanistica dell’immobile.

I responsabili sostenevano inoltre che il reato si fosse prescritto e contestavano le rilevazioni effettuate con Google Earth, che a loro avviso non potevano essere equiparate ai rilievi aerofotogrammetrici.

Secondo i responsabili dell’abuso, il Comune aveva effettuato gli ultimi rilievi nel 2016 e non c’era alcuna prova che la sopraelevazione fosse stata realizzata successivamente, come invece si evinceva confrontando i fotogrammi tratti da Google Earth nel 2018, anno in cui la sopraelevazione era assente, e nel 2020, quando invece la sopraelevazione era visibile.

Ricordiamo che capire l’epoca esatta in cui un abuso è stato realizzato è fondamentale per le conseguenze penali. Dopo 4 anni (se non è avviato un processo penale) o 5 anni (se è avviato il processo penale) il reato si prescrive. Al contrario, la demolizione dell’abuso, che è una sanzione tesa a ripristinare la legalità e lo stato dei luoghi, non va mai in prescrizione.

Abusi edilizi, Google Earth è una prova

I giudici hanno contestato tutti i punti, affermando che l’abuso ha avuto un impatto sull’assetto del territorio dal momento che ha trasformato una piccola abitazione in un immobile sviluppato su due piani, mentre la Cila depositata prevedeva solo la creazione di un vano lavanderia.

Per quanto riguarda la data in cui sono stati realizzati gli abusi, i giudici hanno rilevato che dalla Cila presentata nel 2019 risultava che il secondo piano sarebbe stato costituito solo dal vano lavanderia, ma nel 2020 il direttore dei lavori ha presentato le sue dimissioni per le difformità riscontrate rispetto al titolo abilitativo.

Oltre a questi elementi, i giudici hanno considerato attendibili le immagini di Google Earth, spiegando che i fotogrammi costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili in sede penale.

Il ricorso è stato quindi respinto.

 fonte : https://www.edilportale.com/news/2022/10/normativa/abusi-edilizi-per-provarne-l-esistenza-si-può-utilizzare-google-earth_91080_15.html

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