01 Dec
RIMBORSO IMU

Vuoi chiedere il rimborso ?

Dopo la sentenza della Corte Costituzionali sull'esenzione, si apre la partita delle richieste di rimborso IMU per i coniugi in relazione alle somme in eccesso pagate negli ultimi cinque anni. In attesa di indicazioni ufficiali, alcune vie utili per la restituzione degli importi. Dopo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, partono le richieste di rimborso dell’Imu per i coniugi con residenze diverse, a patto di poter dimostrare l’effettivo uso dei due immobili come abitazione principale.
La sentenza 209 della Corte Costituzionale del 13 ottobre scorso ha dato il via alla possibilità di recuperare le imposte versate e non dovute per gli ultimi cinque anni. Il cittadino dovrà dimostrare di risiedere e di dimorare abitualmente nell’immobile in esame. La prova più semplice per documentare la dimora è quella tramite le bollette delle utenze, o la scelta del medico di base.


Imu, si torna alle vecchie regole: cosa cambia per i coniugi

Torna la doppia esenzione Imu per i coniugi con residenze in abitazioni differenti, anche all’interno dello stesso comune. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del 2011 che limitava l’esenzione Imu solo alla prima casa, relegando l’altra a seconda e in quanto tale soggetta all’imposta sugli immobili. E questo, spiega la Consulta nelle motivazioni della sentenza, perché altrimenti sarebbe discriminato chi decide di sposarsi o di costituire un’unione civile rispetto ai conviventi di fatto. Quindi niente Imu sulla seconda casa se è la residenza di uno dei coniugi.


Imu coniugi, a chi spetta il rimborso

I coniugi o gli uniti civilmente che possiedono due diverse abitazioni principali nello stesso comune o in comuni differenti potranno beneficiare della doppia esenzione IMU, a patto che la casa risulti la sede della propria residenza anagrafica e dimora abituale. Il rimborso Imu spetta ai coniugi in relazione alla maggiore imposta versata negli ultimi cinque anni e quindi, andando a ritroso potranno essere accolte le richieste relative alle somme pagate dal 2017 al 2022.


Imu coniugi, come chiedere i rimborsi

La decisione della Consulta apre alla possibilità da parte del cittadino di chiedere rimborso. La domanda deve essere presentata al proprio Comune di residenza entro 5 anni dal versamento effettuato oppure da quando è sorto il diritto alla restituzione, cioè al 13 ottobre 2022, momento in cui la sentenza della Corte costituzionale è stata depositata. Nel caso in cui le richieste non vengano accolte e si pensi di avere diritto al risarcimento, sarà possibile rivolgersi a un giudice tributario.
La nuova norma ha un effetto retroattivo: le domande di rimborso dell’imposta versata possono essere presentate anche per le annualità passate e ancora oggetto di potenziale accertamento (ultimi 5 anni).
La domanda tardiva non dà accesso al risarcimento: la Cassazione ha chiarito che decorso il termine di decadenza (5 anni), l’interessato non ha più nessuna forma di tutela.
La richiesta di rimborso può essere applicata anche nei casi in cui vi sia un contenzioso pendente, ma solo in determinate circostanze. Qualora il Comune abbia già inviato un avviso di accertamento, nel corso di una delle numerose campagne di riscossione finalizzate proprio all’individuazione di coniugi con diversa residenza, e il cittadino abbia già pagato, non vi sarà più alcuna possibilità di chiedere il rimborso. Non ci si potrà appellare alla nuova norma qualora l’accertamento dell’ente impositore sia divenuto definitivo o sia stata emanata una sentenza passata in giudicato.
Non ci sarà rimborso per colui che ha deciso di non pagare ma ha lasciato trascorrere i 60 giorni previsti per l’impugnazione. Idem nel caso in cui il comune respinga la domanda di esenzione/rimborso: il provvedimento di diniego potrà essere impugnato dinanzi al giudice tributario entro e non oltre i 60 giorni dall’invio della notifica.


Importi versati nel 2022

Strada semplificata per le somme pagate nel 2022: chi è tenuto a pagare l’imposta su un ulteriore immobile diverso dalla propria abitazione principale potrà scontare l’importo dell’acconto IMU pagato sulla casa sede della propria residenza e dimora abituale in sede di versamento del saldo, in scadenza il 16 dicembre. Una “compensazione” che consentirà di recuperare in tempi veloci e in modo semplice l’imposta versata in eccesso.


Rimborso IMU per i coniugi, domanda al Comune con l’incognita tempi

La sentenza della Corte Costituzionale avrà come effetto pratico quello di appesantire il lavoro dei comuni, che saranno chiamati a gestire le richieste di rimborso delle somme versate in eccesso negli anni precedenti. Stando a quanto previsto dall’articolo 1, comma 164 della legge n. 296/2006, il rimborso IMU dovrà essere richiesto dal contribuente entro il termine di cinque anni dalla data di versamento. Potranno quindi essere accolte le richieste relative alle somme pagate dal 2017 al 2022, ovviamente salvo diverse indicazioni che verranno fornite in tal senso.
La domanda di rimborso andrà quindi presentata al proprio Comune, mediante i moduli già ad oggi disponibili per le richieste di restituzione degli importi versati in eccesso per errore.

Nella modulistica, reperibile in molti casi online, sarà richiesto di inserire l’anno di riferimento, i propri dati, l’imposta dovuta e il rimborso spettante tra le altre cose le motivazioni alla base della domanda.

Ovviamente posso fornirti consulenza e assistenza in merito alle pratiche e ai requisiti per il rimborso.

Tutta da definire invece la procedura operativa per la lavorazione delle pratiche da parte dei comuni che, in ogni caso, prima di procedere con il rimborso dell’IMU richiesto dovranno valutare la sussistenza dei requisiti di residenza anagrafica e dimora abituale. Una verifica a ritroso che, oltre agli atti comunali, dovrà tener conto delle informazioni rinvenibili dalle bollette

Un compito che non si preannuncia certo semplice e veloce, e che fa presagire tempi tutt’altro che celeri per l’ottenimento dei rimborsi dell’IMU per gli anni passati.

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